Mare Nostrum
Intitolata Artists Need to Create on the Same Scale that Society Has the Capacity to Destroy: Mare Nostrum (È necessario che gli artisti creino con la stessa intensità con cui la società ha la capacità di distruggere: Mare Nostrum), la mostra riunirà 73 artisti internazionali le cui opere rispondono alla crisi ambientale nell’era dei cambiamenti climatici, di particolare urgenza per Venezia, in pericolo per l’innalzamento del livello del mare.
In occasione della 58.Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, i curatori Phong Bui e Francesca Pietropaolo organizzano un evento collaterale ufficiale che affronta la crisi ambientale nell’era del cambiamento climatico, di particolare urgenza per Venezia, a rischio per l’innalzamento del livello del mare. La mostra, dal titolo Artists Need to Create on the Same Scale that Society Has the Capacity to Destroy: Mare Nostrum (È necessario che gli artisti creino con la stessa intensità con cui la società ha la capacità di distruggere: Mare Nostrum), riunisce 73 artisti internazionali le cui opere selezionate, in una vasta gamma di media, invitano alla consapevolezza critica sulla fragilità della natura e della vita umana, evocando poeticamente la rigenerazione di sistemi viventi. I curatori organizzano inoltre 1001 Stories for Survival (1001 Storie per la sopravvivenza), un programma interdisciplinare di conversazioni pubbliche con artisti, scienziati, studiosi, poeti e scrittori che avrà luogo durante l’intera durata della mostra, che coincide con quella della Biennale dall’11 maggio al 24 novembre 2019.
Posizionata nello spazio centrale della chiesa, l’installazione Passageway (2013) di Wolfgang Laib introduce i visitatori al prevalente tono meditativo della mostra offrendo una riflessione poetica sul tema della fugacità del viaggio della vita umana. L’installazione site-specific di Lauren Bon Inverted Mediterranean Pine (2019), realizzata in cartapesta e dipinta con carbone prodotto dai recenti incendi boschivi avvenuti in California, è posizionata nelle vicinanze di un foro pre-esistente nel pavimento della chiesa che rivela le fondamenta e l’acqua sottostante. Il paesaggio sonoro di Bon, Oratorio Mare Nostrum, (2019), opera anch’essa realizzata per la mostra, intende porre in relazione i cicli della laguna e della luna attraverso la creazione di una mappa per l’ascolto, composta di strati sonori, del Mar Mediterraneo. La scultura di Bon St. Jerome’s Study (2007-2019) richiama i temi della traduzione e dell’obliterazione, attirando al contempo l’attenzione sulla minaccia delle fuoriuscite di petrolio nel nostro mare. La video proiezione su pittura di Shoja Azari e Shahram Karimi, Untitled: Meditation on Water Surface (2007), evoca un tranquillo momento di contemplazione. Nell’esplorare il rapporto tra natura e tecnologia, il nuovo lavoro di Julian Charrière, parte della sua serie, in corso, Metamorphism (2016-2019), amplifica con intensità i temi dell’effimero e della trasformazione. Il video di Shirin Neshat, Sarah (2016), crea un paesaggio fisico ed emotivo, nel quale è profondamente sottolineata la relazione tra la Donna e l’elemento dell’acqua.
La rivista Brooklyn Rail – una pubblicazione radicale e gratuita con sede a New York City – sarà presente con il suo staff durante il corso della mostra. Lo staff di Brooklyn Rail ricreerà il suo “ambiente sociale” a Venezia dove produrrà i suoi numeri mensili e un numero di River Rail, una propaggine di Brooklyn Rail, che si concentrerà esclusivamente sullo stato attuale del Mediterraneo documentando la nostra programmazione pubblica. All’interno dello spazio di lavoro di Brooklyn Rail è presentata una serie di ritratti realizzati da Phong Bui dal titolo In Conversation # 1 (2019), che richiama la rilevanza culturale di figure creative individuali, evocando una visione democratica che abbraccia generazioni, generi, etnie e discipline diverse. Nello stesso spazio è presentata inoltre The Wall of Offering: To Venice With Love, un’installazione, simile ad un altare, di dipinti, disegni, fotografie e sculture realizzati da un’ampia gamma di artisti, affermati ed emergenti, quali Yasi Alipour, Dana Buhl, Alex Katz, Jonas Mekas, Nathlie Provosty, Ugo Rondinone, Cordy Ryman, Amy Sillman, Jack Whitten e Lisa Yuskavage, tra molti altri. The Wall of Offering evoca lo spirito di fervido dialogo incrociato che caratterizza l’energia e l’esperienza collettiva di Brooklyn Rail. Tra le opere incluse figura Singer (2008) di Kiki Smith, la scultura di una giovane donna che accoglie simbolicamente tutti i visitatori. Inoltre, un video delle lezioni fondamentali di Newton Harrison A Meditation on the Mediterranean (2019) è presentato insieme al suo Book of Lagoons (1974-1984). Nello stesso spazio, figura anche Honey Collection from the environmentally endangered Mediterranean countries (2008–in corso) di Lauren Bon.
Nella corte, Water Everywhere, Not a Drop to Drink (2019) di Maya Lin, un’installazione site specific di gocce di rugiada realizzate in vetro soffiato, evoca poeticamente il tema dell’acqua. La corte sarà inoltre animata da performances: durante i ricevimenti all’inaugurazione e in chiusura della mostra (l’8 maggio e il 24 novembre 2019), Rirkrit Tiravanija, Tomas Vu e Sarah Sze metteranno in scena le loro performances di cucina, creando un momento d’incontro tra la comunità locale e quella internazionale.
I curatori:
Phong Bui è un artista, scrittore, curatore indipendente, editore e direttore artistico della rivista mensile The Brooklyn Rail e della casa editrice Rail Editions. È membro del consiglio di amministrazione di The Third Rail di Minneapolis and St. Paul, Miami Rail, Louis Comfort Tiffany Foundation, Sharpe Walentas Studio Program, Associazione internazionale dei critici d’arte della sezione Stati Uniti (AICA USA), Anthology Film Archives, Studio in a School, Second Shift Studio Space of Saint Paul, tra le altre istituzioni. Nel 2013 ha fondato Rail Curatorial Projects, che mira a organizzare mostre collettive che rispondono in modo specifico alla situazione locale, al momento culturale e alle condizioni economiche del nostro tempo. Nel 2017, sia River Rail (una pubblicazione annuale gratuita che si concentra su questioni ambientali e del cambiamento climatico) sia Occupy Rail (un progetto in corso volto ad incoraggiare e sostenere coloro che desiderano creare la propria pubblicazione Rail nelle loro comunità locali) sono stati fondati per incoraggiare il dialogo critico su come le arti, la politica e la cultura siano parte integrante della ricchezza comune di un vasto pubblico. Bui ha recentemente co-fondato la Graphyne Foundation che mira a curare mostre d’arte e programmi pubblici in collaborazione con Mana Contemporary a Jersey City, Chicago e Miami, tra gli altri musei d’arte contemporanea negli Stati Uniti e all’estero. Tra i suoi progetti del 2019 figurano The River Rail: On Puerto Rico e le mostre Jonas Mekas: A Retrospective e Occupy Colby Museum: Artists Need to Create on the Same Scale that Society Has the Capacity to Destroy (Year II), tra gli altri.
Francesca Pietropaolo è una storica dell’arte, curatrice e critica, di base a Venezia. I suoi interessi di ricerca si concentrano sull’arte europea e americana del secondo dopoguerra e sull’arte contemporanea internazionale. Ha ricoperto incarichi curatoriali al Walker Art Center di Minneapolis, al Museum of Modern Art di New York, alla Fondazione La Biennale di Venezia e alla Fondation Louis Vuitton, a Parigi. Al MoMA ha lavorato a mostre quali Roth Time. A Dieter Roth Retrospective (2004), Plane Image. A Brice Marden Retrospective (2006) e mostre dalla collezione di opere su carta del museo. Ha fatto parte del team curatoriale di Greater New York 2005, MoMA / P.S. 1, New York. Alla Fondation Louis Vuitton ha lavorato come curatrice responsabile del programma di opere commissionate ad artisti internazionali, tra cui un’installazione site-specific di Ellsworth Kelly per l’Auditorium e opere di Cerith Wyn Evans, Adrian Villar Rojas e Taryn Simon. I suoi progetti come curatore indipendente includono New York: New Nordic Art (American-Scandinavian Foundation, New York, 2011) e Wrinkles in Time (IVAM, Valencia, 2009). Nel 2015 ha co-curato il festival di video arte internazionale Fireflies in the Night presso Stavros Niarchos Foundation Cultural Center (SNFCC) ad Atene e la sua seconda edizione Fireflies in the Night Take Wing (2016). Nel 2017 ha co-curato Only Connect!, un programma internazionale di performances, presso SNFCC ad Atene, con performances di artisti quali Kim Jones, Mieskuoro Huutajat (Screaming Men’s Choir) e Tania Bruguera, tra gli altri. Ha curato l’edizione di Ellsworth Kelly, primo numero di “Les Cahiers de la Fondation” (Fondation Louis Vuitton, Parigi, 2014), pubblicazione realizzata in collaborazione con l’artista. È autrice di numerosi saggi in pubblicazioni per il MoMA, il Walker Art Center, la Fondazione François Pinault di Venezia, e la Estorick Collection di Londra. Ha curato il libro Interviews on Art, la prima raccolta di interviste con artisti condotte da Robert Storr (Heni, Londra, 2017), e la sua edizione italiana (Interviste sull’arte, Il Saggiatore, Milano, 2019). Come critica d’arte, ha contribuito a riviste quali Flash Art International, ARTnews, Art in America, The Brooklyn Rail, Art Press e Arte e Critica.
Artisti inclusi nella mostra:
Peter Acheson, Yasi Alipour, Shoja Azari & Shahram Karimi, Max Becher & Andrea Robbins, Emma Bee Bernstein, Louis Block, Lauren Bon, Katherine Bradford, Joe Bradley, David Brooks, Dana Buhl, Phong Bui, Bunny Burson, Julian Charrière, Chuck Close, Christian de Boschnek, Iran do Espírito Santo, Aleksandar Duravcevic, Cameron Gainer, Tamara Gonzales, Ron Gorchov, Justin Brice Guariglia, Newton & Helen Mayer Harrison, EJ Hauser, Alfred Jensen, Bill Jensen, Alex Katz, Benjamin Keating, Wolfgang Laib, Chris Larson, Eugene Lemay, Matvey Levenstein, Dean Levin, Margrit Lewczuk, Maya Lin, Chris Martin, Hans Meebush, Jonas Mekas, Cy Morgan, Loren Munk, Hans Namuth, Shirin Neshat, David Novros, Optics Division of The Metabolic Studio (Lauren Bon, Richard Nielsen, Tristan Duke), Renate Ponsold, Diane Pontius, James Powers, James Prosek, Nathlie Provosty, Joanna Pousette-Dart, Joyce Robins, Dorothea Rockburne, Ugo Rondinone, Cordy Ryman, Meyer Schapiro, Cindy Sherman, Amy Sillman, Arthur Simms, Kiki Smith, Sarah Sze, Kazumi Tanaka, Rirkrit Tiravanija, Daniel Turner, Tomas Vu, Merrill Wagner, Jack Whitten, Peter Lamborn Wilson, Lisa Yuskavage