Barbaria de le Tole, Castello 6691

Complesso dell’Ospedaletto

Lo “Spedaletto”: uno dei quattro “Ospedali Grandi” di Venezia

L’Ospedale dei Derelitti sorse, con carattere di provvisorietà, nel 1527, sotto l’urgenza di una terribile carestia che seminò povertà e morte nelle campagne venete. Indigenti e malati, giovani e vecchi, che dalla terraferma si riversarono in Città, vennero ospitati in semplici baracche costruite in questa zona periferica di Venezia.

Queste prime dimore in legno pochi anni dopo lasciarono il posto a solide costruzioni in pietra: prima furono costruiti i reparti – divisi tra uomini, donne e giovani orfani – a seguire la chiesa, progettata da Andrea Palladio e intitolata alla Vergine Maria.

Facciata Chiesa Ospedaletto
Cortile nel Complesso dell Ospedaletto Gioielli Nascosti di Venezia

Nel corso del Seicento l’Ospedale conobbe una felice stagione grazie al cospicuo lascito del merciaio Bartolomeo Cargnoni, con il quale si diede avvio a una riqualificazione dell’edificio, culminata nella creazione della scala ellittica ad opera dell’architetto ticinese Giuseppe Sardi (1664-1666).

In seno a questa ambiziosa opera di rimodernamento, Baldassare Longhena, succeduto al Sardi, progettò la stravagante facciata barocca della chiesa, arricchendo l’interno dell’edificio sacro con un nuovo altar maggiore; contestualmente, nel complesso ospedaliero fece costruire una nuova loggia di collegamento fra gli spazi interni e la Corte delle “Quattro Stagioni”: uno spazio all’aperto ricavato dalla demolizione dei fatiscenti edifici cinquecenteschi, dove le giovani ospiti potevano trascorrere momenti di svago.

Dalla seconda metà del XVII secolo, un succedersi di interventi, durati fino all’inizio del Novecento e favoriti dai lasciti di generosi benefattori, consentirono di arricchire la chiesa di altari, statue, dipinti ed affreschi che portano i nomi di artisti famosi quali, fra i tanti, Giovan Battista Tiepolo, Carl Loth, Pietro Liberi, Antonio Molinari, Andrea Celesti, Tommaso Ruer e Giuseppe Cherubini, che nel 1905 realizzò il soffitto della chiesa con uno stile a metà fra la tradizione settecentesca e la bella époque.

La chiesa di Santa Maria dei Derelitti fu famosa – parimenti a quelle degli altri “Ospedali Grandi” di Venezia – per l’esecuzione dei cori delle putte orfane che venivano educate nella musica da valenti maestri. Tangibile testimonianza di questa grande tradizione musicale, è l’organo del 1751 firmato da Pietro Nacchini, e la Sala della Musica – ultima aggiunta tardo settecentesca al complesso – affrescata da Jacopo Guarana e Agostino Mengozzi Colonna.

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Nebula

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A cura di In Between Art Film
Complesso dell’Ospedaletto
18 Aprile – 24 Novembre 2024

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Complesso dell'Ospedaletto

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