Francesco Pittoni
(Venezia 1645-1724 ca)
Cristo appare alla Maddalena (Noli me tangere)
fine XVII – inizi XVIII secolo – olio su tela, cm. 238 x 145
La maggior parte degli storici dell’arte si trova d’accordo nell’attribuire questa affascinante tela a Francesco Pittoni – zio del ben più noto Giovan Battista – appartenente alla generazione dei pittori veneziani della seconda metà del Seicento (quali Nicolò Bambini, Antonio Bellucci, Gregorio Lazzarini, Antonio Molinari, etc.). Un artista niente affatto trascurabile, ma per lungo tempo quasi ignorato dalla critica per via delle poche opere certe che si possono inserire nel suo catalogo.
Dal punto di vista cronologico, il quadro si può collocare a cavallo fra fine Seicento e inizi Settecento per i legami che ancora emergono con il gusto e i modi dei pittori “tenebrosi”, quali Antonio Zanchi e Johann Carl Loth.
La tela, di chiaro carattere devozionale, rappresenta Gesù risorto che appare a Maria Maddalena, in veste di ortolano, zappa in mano e, ai suoi piedi, piante fiorite. Gli atteggiamenti dei due personaggi risultano statici e un po’ leziosi, com’era nel linguaggio pittorico dell’epoca, tuttavia le scelte cromatiche – come il blu intenso della veste di Cristo e il rosso manto della Maddalena che spicca sulla veste bianca – danno un tocco qualitativo in più all’intera composizione. L’iconografia deriva dal Vangelo di Giovanni, l’unico a raccontare l’episodio con il riconoscimento di Gesù da parte della Maddalena che, in un primo momento, sgomenta davanti al sepolcro vuoto, e incredula di fronte alla miracolosa apparizione, aveva scambiato il Salvatore per il custode del giardino.
Il gesto della mano sinistra di Cristo, che sembra voler allontanare da sé la donna, suggerisce la volontà di non essere trattenuto, ma di voler continuare il percorso di gloria che si completerà con la salita al Padre.
Dai documenti di archivio si apprende di come il quadro, fin dal 1721, si trovasse nel complesso delle Penitenti, il luogo che accoglieva le giovani donne che per il loro stato di indigenza e di abbandono familiare si erano date alla prostituzione. Non sappiamo se vi sia giunto per lascito di qualche benefattore o per diretta acquisizione, ma è evidente che la scelta del tema, legato a questo fondamentale episodio della vita della Maddalena – l’apparizione di Gesù risorto – bene si legava al programma di redenzione delle giovani prostitute. Si suppone che per le importanti dimensioni della tela e per l’armonia compositiva, il dipinto dovesse occupare un posto preminente nell’arredo pittorico dell’istituto, in modo da essere bene visibile a tutte le ospiti, e testimoniare contestualmente il culto nei confronti di questa santa, simbolo della possibilità di salvezza da una vita di peccato e di redenzione attraverso la penitenza e la preghiera.
Questo, e numerosi altri quadri realizzati per le Penitenti, danno la misura dell’importanza e del prestigio raggiunti in pochi anni dal pio istituto.