Dal lato dell’immaginario
Luigi Manciocco
Dal lato dell’immaginario
a cura di Alessandra Santin
2 aprile – 30 giugno 2023
Nella fluidità incerta del contemporaneo, nella fragilità della realtà umana oggi più che mai instabile e distratta, il luogo perfetto dal quale partire è il tempo dell’immaginario contemporaneo. “Dal lato dell’immaginario” è il titolo e il punto di partenza della mostra personale di Luigi Manciocco: un viaggio di riflessione dove non sono previsti sconti, né scorciatoie e che si snoda secondo un percorso fortemente intensivo, una sorta di “spazio rituale mistico” diviso in tre sezioni, che alla fine sfocia in un’emersione di speranza e rinascita, dal benefico effetto estetico e contemporaneamente emotivo.
L’artista viene spesso definito un “primitivo urbano” in quanto affonda la sua ricerca nella cultura popolare più alta, nei risvolti visivi delle agiografie, nelle parole incarnate dei testi arcaici tramandati oralmente e scritti in epoche successive.
Il percorso della mostra parte da un rituale della Roma arcaica: i “Suggrundaria”. Una scultura composta da grondaie in acciaio e bambole in alluminio che ricorda un tempo lontano in cui, quando moriva un bambino che aveva meno di quaranta giorni, veniva sepolto nell’abitazione della famiglia, all’interno della gronda, sotto il tetto. Una dolorosa riflessione che si specchia nella nostra società, la società dei bambini non nati.
Alla religiosità popolare si ispirano i lavori dedicati a santa Rita da Cascia, la Santa delle cause impossibili, la cui storia ha affascinato Manciocco. Le opere richiamano momenti particolari dell’agiografia della Santa: “Sciame” è un disco in corian nero dal quale si liberano sciami di api dorate, con rimando alla protezione della sua culla. Mentre l’installazione “Santa”, formata da un disco in corian bianco dal quale sgorga lentamente una goccia rossa di sangue (un liquido del colore del sangue), rievoca la ferita sulla fronte della Santa, sempre viva, causata dalla spina della corona di Cristo.
Con l’opera “Lacrima” Manciocco ci accompagna ancora una volta lontano nel tempo, quando il pianto per un lutto era, soprattutto nella cultura mediterranea, rituale e consolatorio. Manciocco rallenta il tempo in un’installazione composta da un video e da una piccola scultura realizzata con il ghiaccio: una lacrima che lentamente si scioglie.